venerdì 19 novembre 2010

Può un autodidatta imparare a suonare realmente bene?

Io credo di si. Ad una condizione, però. Che almeno le tecniche di base le abbia imparate da un maestro.

Chiaramente "realmente bene" non significa svolgere attività come concertisti di chitarra classica. Anche molti fra i bravissimi chitarristi diplomati al conservatorio e che vanno a lezione dai più grandi chitarristi del mondo non riescono a diventare concertisti (di chiara fama, poi, è assai difficile)...

Però si può arrivare, nel suonare, a risultati veramente eccellenti ed in qualche genere musicale un autodidatta può arrivare anche ad eccellere.

E se non si va neanche ad apprendere le tecniche di base da un insegnante? Lì la questione è un poco più complessa.

Il seguente è un mio intervento su un forum dove un utente - che aveva comunque seguito un ciclo di lezioni da un maestro - faceva la domanda in oggetto.

Eccolo:

Si, ti capisco. La musica costa tanto e il tempo quando si è grandi è poco.
La risposta alla tua domanda è complessa, a mio parere.
La prima cosa che dovresti chiederti è: "Ho delle solide competenze di base, sia a livello teorico che a livello di pratica strumentale?".
Per me un autodidatta dovrebbe partire da questa domanda.
E subito, dalla seguente: "Se non le ho come faccio a procurarmele?".

Per quanto riguarda la parte teorica ti dico subito che qualsiasi libro di teoria musicale come ad esempio quello di cui parlavamo io e Varel in un altro post va benissimo per procurarsele.
Ti do anche il link da dove scaricarlo da Internet.

http://www.scribd.com/doc/9110555/Teoria-Musicale-Luigi-Rossi-Ed-Carrara

Però aggiungo anche che il manuale deve essere compreso in quei manuali di didattica seria, da conservatorio e non in altra manualistica. Non tanto perché quella manualistica altra non sia valida ma perché tu volendo un approccio da autodidatta hai bisogno di certezze e sapere codificato e concettualizzato da secoli di teoria musicale.

Una volta afferrate le regole di base puoi poi rivolgerti altrove, su Internet, su manualistica altra, su guide, libri ed opinioni nei forum. Ma prima regole teoriche di base.

Fa parte poi delle regole teoriche di base una discreta conoscenza dei rapporti fra gli accordi, l'armonia. Non a livello di esercizi del tipo evitare ottave o quinte parallele, la sensibile si alza cadendo sulla tonica etc... ma cose del tipo che accordo di V7 dominante sta ad evidenziare il territorio di una tonalità, che una delle cadenze più usate nel jazz ed esempio è la IIm7-V7-I7+, le sostituzioni principali degli accordi e via dicendo.
Per questo lavoro sugli accordi ti consiglierei il metodo per chitarra di Eddie Lang, uno dei più grandi chitarristi del 1900, superiore per competenze musicali (anche conservatoriali) anche a Django. Non so se lo trovi nei negozi. Provaci, la parte della concatenazione e sostituzione degli accordi è fondamentale sia a livello pratico che teorico.

Per approfondire l'armonia e la composizione dovrai, poi, andare per forza da un maestro. perché il campo è veramente vasto e denso di saperi e devi studiare seguito, e tanto. Come un giovane che voglia fare medicina: è impossibile prepararsi da solo.
Ma questa è un'altra storia, almeno stando alla tua domanda.

Per quanto riguarda invece la parte teorico-pratica della chitarra ti consiglio il grande manuale di Mauro Storti, che aveva la cattedra di Chitarra del Conservatorio di Piacenza, ormai credo sia in pensione (mi perdoni se non lo è) e che scrive anche sui forum Internet:
"Trattato di Chitarra" Ed. Carisch, dove c'è tutto quello che un chitarrista deve sapere sul suo strumento, i perché ed i come delle sei corde.

Se vai sul forum di Del Camp trovi tanti suoi interventi e mi sembra anche quelli di Gilardino, una vera autorità nella musica contemporanea per chitarra.
L'indirizzo è questo:

http://www.delcamp.it/

Per la parte pratica della chitarra, un autodidatta, a mio avviso deve conoscere bene le basi della tecnica strumentale, ad esempio quali sono le regole principali della concatenazione degli accordi sulla tastiera oppure come si imposta la mano destra per gli arpeggi o per reggere il plettro, oppure perche gli esercizi di diteggiatura vanno iniziati al VII tasto etc. Per fare questo, il libro di Storti è sicuramente utilissimo insieme al libro di Lang.
Ma si deve anche cercare altra manualistica seria e di provata fiducia... quindi libri per chitarra sempre in ambito conservatoriale: Gangi, Chiesa, il grande Storti.

Una volta ottenute le buone basi, allora possiamo approfondire i generi. Questo perché ognuno di noi è più portato verso un tipo di musica che verso un altro. E si possono approfondire con cognizione di causa egiudicando ciò che si va a studiare (e gli insegnamenti) proprio in virtù della propria preparazione di base. Allora Fingerpicking, Metal, Rock, Shredding, Gipsy, Flamenco, Jazz etc... potranno essere affrontati evitando le varie sirene che girano nel mondo musicale.

Per la modalità ti do la url di una tesina del Conservatorio di Milano, Verdi. Un testo fra i più semplici ed esaurienti che abbia trovato su Internet. Eccolo:

http://digilander.libero.it/initlabor/musica-modalita/*modalita-index.html#Anchor-35882

E questo ci porta ad Internet: su Internet per la musica si trovano cose meravigliose e cose che non stanno né in cielo né in terra: anche qui ciò che ti permette di discriminare è la tua preparazione tecnica e l'accortezza di rivolgersi a quei siti o forum dove sai che c'è un'impostazione seria e precisa e da dove poi ti possono far navigare ad altri siti affidabili da questo punto di vista. DelCamp ad esempio, JazzItalia e altri.

Ecco, per un autodidatta Internet è una vera miniera d'oro. Ma va seguito con una metodologia che non può che partire da solide basi.

Spero di essere stato esauriente e di aver affrontato la tua interessante domanda con una certa profondità.

Grazie e buon lavoro

Lo pubblico certo di far cosa gradita ai tanti che arrivano sul mio blog in cerca delle più disparate risposte in campo chitarristico

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