martedì 26 marzo 2013

Chitarra - Un metodo per l'apprendimento - 14. Il pentagramma, parte 2

Il video:

http://youtu.be/RawQ_S3KdIg

Abbiamo detto nel precedente video che il pentagramma serve per solfeggiare, scrivere musica e rappresentarla, quindi eseguirla, sul proprio strumento alle altezze che il pentagramma suggerisce.
Ma il pentagramma è una struttura veramente funzionale e complessa che serve a rappresentare anche lo schema metrico ritmico di un qualsiasi brano.
Questo viene rappresentato avvalendosi di una frazione posta dopo la chiave ad inizio brano e trova la sua massima espressione in quella porzione di pentagramma che è racchiusa in due barrette verticali e che si chiama misura o battuta.
Ogni misura di cui è composto il pentagramma deve soddisfare lo schema metrico evidenziato al numeratore della frazione suddetta.
Quindi se il numeratore è un 4 nella misura saranno presenti 4 movimenti, o tempi, che avranno un accento diverso nell'ordine in cui sono posti. Il movimento 1 avrà un accento forte, il movimento 2 un accento debole, il 3 semiforte, il 4 debole. Questi, come gli accenti in poesia - o anche nell'arte oratoria - daranno una certa sensazione a chi li ascolta. Se il numeratore è 3, il tempo - o movimento - 1 avrà l'accento forte, il 2 e il 3 saranno deboli.
I movimenti che compongono una misura possono venire rappresentati nello spazio con la mano o, come fa il direttore d'orchestra, con una bacchetta. E il movimento della mano - o della bacchetta - ci fa sempre capire in che punto siamo della misura.
Ogni movimento dovrà soddisfare la figura ritmica di base posta al denominatore.
Il numero al denominatore rappresenta il valore di durata della figura presa a fondamento di quello schema metrico - quindi dei movimenti - di cui parlavamo. Un 4 al denominatore ci dice che la nota presa a base dello schema metrico è la semiminima, un 8 ci dice che è la croma, un 2 ci dice che è una minima.
Il valore di durata può essere anche essere espresso dai multipli o dai divisori della figura presa a fondamento. Il solo limite è dato dall'eccesso o dal difetto della figura base, dei suoi multipli o dei suoi divisori, che porterebbe la battuta ad avere dei movimenti in più o in meno del numero posto al numeratore. (Ed anche questo si può fare ma deve essere indicato all'inizio della battuta dove questo avviene, pena un errore generale del brano. Oppure si ovvia a questo inserendo dei gruppi di note irregolari rispetto alla figura ritmica di base, ai suoi divisori, ai suoi multipli).
Come è possibile capire da quel poco che ho scritto, il pentagramma è una struttura assai complessa. Ma è per forza così in quanto rappresenta un'elaborazione del pensiero musicale durata vari secoli.

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